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Rassegna stampa

Partita Aperta

Il modo più sicuro di ottenere nulla da qualcosa

Chiara Pracucci -Vita magazine online

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Partita aperta: il gioco compulsivo esiste, parliamone.

La gratificazione immediata di un bisogno è ciò che “incolla” il giocatore al suo “gioco”, senza alternativa, senza attese, senza condizioni e soprattutto senza che nulla possa essere più importante di quell’attimo in cui tutto può ancora succedere

È andato in scena Mercoledì 8 Maggio presso il teatro Artificerie Almagià di Ravenna lo spettacolo” Partita Aperta”, della compagnia Animespecchianti. Le attrici hanno portato sul palco un viaggio intenso negli abissi del gioco che rapisce e si prende tutto, quel gioco che non ti lascia più scelta e il passaggio da giocatore a “schiavo” è stato svelato come un viaggio che parte dalla voglia di vincere e finisce nello smarrimento, l’alienazione da se stessi e da tutto ciò che lo circonda. La gratificazione immediata di un bisogno è ciò che “incolla” il giocatore al suo “gioco”, senza alternativa, senza attese, senza condizioni e soprattutto senza che nulla posso essere più importante di quell’attimo in cui tutto può ancora succedere.

Partita Aperta. La messa in scena teatrale ha condotto gli spettatori nelle altalene emotive di queste esistenze che hanno bisogno “di giocare per vivere” finendo per perdere tutto. Ogni volta. Infinite volte.

Parlare dei potenziali rischi del gioco d’azzardo, è forse, l’unico vero strumento di prevenzione e speranza che abbiamo. Le loro “parole per dirlo” hanno commosso una platea generosa che ha applaudito questo lavoro attento, convincente ed emozionante.

 

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Anna Cavallo - Metropolitan Magazine

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In scena alle Artificerie Almagià lo spettacolo Partita Aperta, della compagnia Animespecchianti sulla ludopatia. Presente Cristina Muti “La caduta nella spirale della dipendenza dal gioco, l’astinenza quando si cerca di smettere e il deterioramento dei rapporti con familiari e amici. Infine il rapporto con la menzogna che diventa la compagna di tutte e tre le dinamiche. Trasforma anche le persone più sincere in bugiardi incalliti, quando hanno bisogno di soldi per giocare. Sono questi i temi che abbiamo voluto esplorare con lo spettacolo”. 

Parla Giorgia Massaro, attrice della compagnia Animespecchianti, che ieri sera alle Artificerie Almagià ha portato in scena Partita aperta – il modo più sicuro di ottenere nulla da qualcosa, dedicato al tema della ludopatia. “Piuttosto che sviluppare la storia di una persona, abbiamo raccolto le tante vicende di giocatori che abbiamo ascoltato e scelto di rappresentare il percorso emotivo che li accompagna”. Ecco allora in scena quattro giocatrici e la loro nevrastenia, mentre a un ritmo frenetico si mostra tutta la gamma delle emozioni che le abitano nella parabola discendente verso il tunnel della dipendenza dal gioco d’azzardo. Prima incalzate da pensieri ossessivi per riuscire a incrociare gli impegni quotidiani con la possibilità di passare più tempo alla slot machine, al gratta e vinci o al cellulare. Hanno già iniziato a dire bugie a casa per giustificare i ritardi.  Poi, quando le vincite ogni tanto arrivano, l’illusione di avere delle abilità. Che alimenta il desiderio di continuare a giocare. La delusione quando perdono. La rabbia e il desiderio di riprovare. Sul palco si respira la squallida ripetitività, la luce gialla illumina le ragazze mentre grattano la schedina o tirano la levetta della slot in un triste rituale. Si prova a smettere, ma rompere il circolo vizioso significa ammettere una verità troppo dura da sostenere. I rapporti con familiari e amici ci incrinano. Spesso si guastano irreparabilmente. Quindi si ricomincia. Si accumulano altre perdite in un’escalation di comportamenti degradanti che spingono a chiedere soldi, a vergognarsi, a isolarsi, a pensare di farla finita. La scenografia essenziale e gli abiti di scena delle attrici, uguali e con la stessa parrucca, sono perfettamente funzionali alla struttura con cui è stato pensato lo spettacolo, che   riesce così ad amplificare anche il messaggio finale e cioè che chiunque può diventare giocatore. 

“Per prepararci – racconta Francesca De Lorenzi, altra componente della compagnia – siamo state affiancate dalla psicologa Chiara Pracucci, che ci ha aiutato a scavare più a fondo per capire cosa provano le persone che soffrono di questa patologia che ha un impatto devastante anche sull’ ambiente familiare”. Chi gioca rincorre la fortuna, che in scena ha le sembianze della perfida dea vestita di rosso che si diverte a tormentare le giocatrici. “I ludopatici possono incontrarla – spiega Martina Cicognani – ma è solo una casualità. Loro continueranno invece a rincorrerla senza sosta. Ad un certo punto però, nella fase acuta, non è nemmeno più importante vincere ma poter continuare a giocare per avere sollievo dall’angoscia procurata dall’astinenza”. Uno spettacolo corale, quello delle Animespecchianti, formato da quattro ragazze ravennati che sono anche autrici del testo, dove nel finale le vittime escono dal loro isolamento, si incontrano, si raccontano e si sostengono l’un l’altra, ammettendo finalmente di essere malate. Dove l’invito rivolto al pubblico è quello di sentirsi parte di quel dramma che potrebbe toccare chiunque. Nel repertorio delle Animespecchianti l’attenzione ai temi sociali sembra destinata a svilupparsi anche su altri fronti, come quello dell’immigrazione, sulla quale sono già al lavoro. Chiara Nicastro racconta la storia della compagnia, nata da un’amicizia che risale all’infanzia. “Ci siamo perse di vista per un po’ e ci siamo ritrovate a collaborare insieme qualche anno fa per Ravenna Festival nell’ambito della Trilogia d’autunno – racconta la giovane attrice – Siamo cresciute sotto l’ala di Cristina Muti che nel 2015 ci ha chiesto di partecipare con un progetto alla prima edizione del bando Giovani artisti per Dante.  Abbiamo collaborato con l’attore Davide Paciolla, poi abbiamo continuato a scrivere i testi per i nostri spettacoli. Oltre che attrici e autrici siamo anche ballerine e cantanti e nei nostri spettacoli cerchiamo di unire tutte e tre le discipline”.

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Anna Goti - La Val di Chiana Magazine

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Il gioco d’azzardo rappresenta una rilevante problematica sociale, come attestato anche dai dati ufficiali dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, secondo cui, nel 2018 in Italia sono stati spesi 104,9 miliardi di euro, con un incremento del 3% rispetto al 2017, e da quelli diffusi il 1 ottobre scorso dall’Istituto Superiore di Sanità, circa la crescita del 10% in quattro anni del numero di giocatori adolescenti.

Di fronte ad un quadro che desta preoccupazione, assumono pertanto un ruolo fondamentale le iniziative volte a contrastare l’insorgenza della patologia e a guidarne il percorso di guarigione. Proprio nel contesto di un progetto promosso con queste finalità a Cervia nel 2018, è nato Partita Aperta – Il modo più sicuro per ottenere nulla da qualcosa, spettacolo scritto e diretto dalla Compagnia Anime Specchianti, in programma sabato 14 al Teatro degli Oscuri di Torrita di Siena.

La Compagnia Anime Specchianti, di cui fanno parte le attrici Martina Cicognani, Francesca De Lorenzi, Giorgia Massaro e Chiara Nicastro, porta in scena il tema della ludopatia con una pièce che descrive dal punto di vista emotivo la caduta nel vortice della dipendenza. Gli stati d’animo e i meccanismi psicologici dietro al gioco d’azzardo, affrontati sul palco, provengono da esperienze dirette raccolte nel corso di incontri con la pscologa Chiara Pracucci e alcuni ex giocatori. Per la sceneggiatura, le Anime Specchianti si sono infatte basate sulle risposte fornite alle domande che, seguendo un protocollo, gli operatori rivolgono ai soggetti ludopatici per comprendere il livello di gravità della dipendenza, in un percorso che parte dal gioco sociale e arriva alla patologia, passando per la credenza nell’entità della “dea fortuna”, alle menzogne raccontate per nascondere un comportamento dal quale non si riesce più ad astenersi.

«Al centro di una realtà continuamente colpita da richiami al mondo del gioco, occasioni per sfidare la fortuna dietro ogni angolo e insistenti messaggi pubblicitari in rete e tv, la ludopatia è un’insidia più frequente di quello che si pensi, e vi può cadere chiunque».

 

Il suo carattere universale smentisce l’opinione comune che siano gli uomini a soffrirvene maggiormente, e al contempo suggerisce di rivolgere campagne di prevenzione verso più giovani.

«Il fatto che la dipendenza dal gioco non abbia un riscontro visibile sul fisico delle persone, al contrario, per esempio, dell’alcolismo o dei disturbi dell’alimentazione, ne rende difficile il riconoscimento come malattia vera e propria, e di conseguenza anche l’accettazione di un percorso di uscita. Il nostro spettacolo, in questo senso, rappresenta un coro di voci da parte di chi dentro al problema c’è stato davvero e, per questo, meglio di chiunque altro può far conoscere le sensazioni legate a un’esperienza che quasi sempre inizia con un gioco, per poi farsi prepotentemente spazio nella vita quotidiana, non solo quella dei giocatori, ma di chi gli sta attorno».

Partita Aperta aggiunge al valore artistico dello spettacolo teatrale, la cifra della necessità con cui una tematica tanto diffusa merita di essere affrontata, e non evitata. Le Anime Specchianti arrivano così a portare in scena uno spettacolo che è anche il ritratto di una difficile realtà, composta da storie e testimonianze vere.

«L’universalità con cui la ludopatia può arrivare a colpire tutti i segmenti della società viene sottolineata dall’assenza di ogni valorizzazione delle caratteristiche delle quattro interpreti: siamo quattro, ma potremmo essere cento o una soltanto, espressioni di innumerevoli voci, rispetto ad un problema che è sempre lo stesso».

Quella della dipendenza da gioco non è però la sola problematica sociale ad aver attirato l’attenzione della Compagnia Anime Specchianti.

«Stiamo preparando un progetto che incontra il tema dell’immigrazione, con l’obiettivo di diffondere gli aspetti nascosti legati a questo fenomeno, e sensibilizzare ad attenuare la percezione negativa che sta permeando l’opinione pubblica a riguardo».

Giorgio Cracco - Sugarpulp.it

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Partita aperta, lo spettacolo della Compagnia Anime Specchianti, con Martina Cicognani, Francesca De Lorenzi, Giorgia Massaro e Chiara Nicastro.

Il modo più sicuro per ottenere nulla da qualcosa. La tag line campeggia incisiva sul poster dello spettacolo teatrale Partita aperta, scritto e diretto dalla Compagnia Anime Specchianti.La rappresentazione, messa in scena con maestria dall’ottima compagnia ravennate, presentata da Ulss 6 Euganea e da Prysma Production, brand da tempo sinonimo di qualità ed eccellenza, si preoccupa però, fin dai primissimi minuti, di smentire il suo stesso perentorio slogan.

Partita aperta, la ludopatia in scena

Partita aperta, infatti, prendendo spunto da una delle peggiori e più pericolose piaghe sociali del nostro tempo, il gioco compulsivo, fa esattamente il contrario di quanto afferma la sua tag line, ottenendo cioè molto, anzi, moltissimo, partendo da una materia nella realtà, purtroppo, tanto misera e indegna. Grazie a interpreti impeccabili e autrici di performance sentite, coinvolgenti e avvolgenti, lo spettacolo attira, anzi cattura il pubblico con una narrazione di classe, serrata e intensa, ipnotica e dal ritmo potente. Le quattro attrici-danzatrici traghettano lo spettatore nel cuore crudele e spietato del dramma moderno del gioco compulsivo, accompagnate dal fascino suadente e velenoso di una “dea fortuna” tentatrice e traditrice, che irretisce e spinge nel baratro giocatori e giocatrici di tutte le età, professioni e di ogni estrazione sociale. Il gioco ti fa vincere, ti illude, poi ti porta via tutto, e ti risucchia in un buco nero, confinandoti in una gabbia di spaesata solitudine, annullando le relazioni e minando dall’interno l’equilibrio e la sanità mentale di chi ne è vittima. Vittima che, se non aiutata in tempo, lascia intorno a sé, nella propria vita, nella propria famiglia, solo dolore e macerie. Per circa un’ora, Anime Specchianti regala arte raffinatissima, intrattenimento con messaggio e contenuti come solo i migliori artisti sanno fare. Tutti gli sventurati passi nei quali chi soffre di ludopatia inciampa, nella sua rovinosa caduta verso l’inevitabile, sono qui narrati e sviscerati con forza e lucidità, trasmettendo la veemenza dell’avvertimento, del drammatico messaggio insieme all’indiscutibile bellezza dell’arte che ne è lo splendido e decisivo tramite.

L’arte ci salverà

Il fascino dell’arte e la bravura dell’artista sono superiori alla meschina negatività del reale, sublimando un dramma sociale in un’allerta pubblica travolgente ed efficace, rilanciata da un lavoro teatrale riuscitissimo. Partita aperta avvince, fa riflettere, commuove e stimola il suo pubblico, contribuendo a rendere impellenti pensieri e preoccupazioni sul tema della ludopatia, e dei suoi terribili strascichi personali e sociali, anche per chi, finora, ha avuto la fortuna di non essere direttamente coinvolto dalle problematiche legate al gioco compulsivo. Teatro di qualità, teatro di impegno civile e, soprattutto, teatro d’autore nel senso migliore del termine. Una scommessa stravinta da parte di Anime Specchianti, Prysma Production e delle istituzioni che hanno creduto in questo progetto. Argomento difficile, realizzazione magistrale che resta nel cuore, nella mente, nella memoria. Teatro che affascina e allo stesso tempo non vuole dare tregua alle coscienze delle brave persone, istigandole, come è giusto che sia, all’urgenza di un’azione civile, collettiva, ma anche silenziosa, discreta e personalissima, comunque non più procrastinabile. Complimenti. E applausi.

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